A tutto Federico Pellegrino. Reduce da una buona stagione impreziosita dall’argento mondiale nella sprint in tecnica libera di Trondheim, il bimedagliato olimpico di sci di fondo è stato sottoposto alle visite mediche del Protocollo Probabili Olimpici all’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI in vista di quella che sarà la sua quarta ed ultima partecipazione ai Giochi.

Prima di questa stagione non mi ero posto obiettivi numerici in termini di risultati – racconta l’azzurro –. Volevo solo prender parte a tante gare e farmi trovare pronto ai Mondiali in Norvegia, la mia ultima rassegna iridata. Ce l’ho fatta, ho conquistato una medaglia e ne sarebbero potute arrivare altre tre: questo mi fa ben sperare per l’anno prossimo. Per quanto riguarda la Coppa del Mondo, inoltre, per una manciata di punti non ho chiuso sul podio la classifica generale: sono fiero della continuità che ho avuto per tutto l’inverno”.

Tante le gioie messe in fila da ‘Chicco’ nel corso della sua straordinaria carriera: “Ovviamente i due argenti olimpici sono stati due grandissime soddisfazioni. Il primo, nella sprint in tecnica classica di  Pyeongchang 2018, è arrivato nella tecnica a me meno congeniale sorprendendo tanti ma non me, perché ci ho lavorato e creduto tanto. L’altro, nella sprint in tecnica libera di Pechino 2022, è stato sognato e cercato per otto anni. Poi l’oro mondiale di Lahti 2017 è stato il mio apice dal punto di vista della prestazione. E più che le gare mi piace ricordare gli abbracci una volta tagliato il traguardo con mia moglie, anche lei atleta di sci di fondo, con i tecnici e con gli amici”.

Pellegrino tricolore

Negli anni il trentaquattrenne nato ad Aosta ha visto da vicino lo sviluppo e la crescita dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI: “Queste visite sono fondamentali ed è importante che un atleta le faccia anche al di là della preparazione ai Giochi Olimpici. Sono stati aggiunti controlli determinanti: mi fa molto piacere, ad esempio, l’inserimento della visita odontoiatrica. I giovani passano da qui per costruire una carriera. Dal 2013, quando feci le prime visite come probabile olimpico per i Giochi di Sochi, sono stati fatti grandi passi avanti: è un gran bene per lo sport italiano”.

A proposito di Giochi: “Milano Cortina 2026, la mia ultima Olimpiade, sarà una festa. Una grande festa. Me la voglio godere. Voglio qualificarmi e presentarmi all’appuntamento pronto per dare il meglio di me e dare spettacolo in pista. Il mio desiderio è vivere e far vivere a chi mi vuol bene per l’ultima volta delle belle emozioni di sport. Mi manca una medaglia in un grande evento in una staffetta e in una team sprint olimpica. È un obiettivo”.

La chiusura è sul futuro: “Che sci di fondo lascio? Lo sci di fondo è cambiato tanto negli ultimi vent’anni. Sono cambiati il modo di prepararsi, i calendari, la distribuzione delle competizioni e la differenza di tipologia di gare. Il fondista di oggi può avere la possibilità di essere performante per un’intera stagione su tanti format diversi; non avere un picco di risultati in un determinato format non è un limite, ma dimostra che dietro c’è un lavoro che predispone verso uno spettro molto più ampio di successi. Sono fermamente convinto che ciò che si impara in gara non si possa imparare in allenamento: la gara è il miglior modo per imparare. Condivido al 100% il percorso che stanno facendo i miei giovani compagni di squadra, che darà i suoi frutti più avanti. Noto un miglioramento medio del settore, si sta seminando bene per i prossimi quadrienni olimpici. Io dopo Milano Cortina proseguirò la mia carriera dirigenziale come rappresentante degli atleti, essendo stato nuovamente eletto nel Consiglio Nazionale del CONI, e nel frattempo proverò a capire in che modo potrò essere utile al mondo dello sport. Magari per un po’ di tempo non a bordo campo per necessità familiari, ma sicuramente una strada ci sarà per provare a dare indietro anche solo una minima parte di ciò che ho ricevuto in 17 anni di carriera ai massimi livelli”.

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